La traccia di Toni

11 Aprile 2024

Inizio: 20e45

Luogo: Sala Quadrivium

Il CLUB ALPINO ACCADEMICO ITALIANO e la sezione genovese della GIOVANE MONTAGNA in collaborazione con il GISM-GRUPPO ITALIANO SCRITTORI DI MONTAGNA e con il patrocinio di REGIONE LIGURIA Assessorato Tempo Libero

organizzano una serata dedicata al famoso alpinista Toni Gobbi, con la proiezione del film LA TRACCIA DI TONI prodotto da GRIVEL srl

Giovedì 11 aprile 2024 ore 20.45 presso la Sala Quadrivium – Piazza Santa Marta 2, Genova
Presente in sala Oliviero Gobbi, nipote di Toni e AD di Grivel.
Conduce la serata Guido Papini, Direttore di Giovane Montagna – Rivista di Vita Alpina.

Il film, che ha già riscosso notevole successo, è firmato dal regista Antonio Bocola ed è prodotto da Grivel srl, ditta di cui Oliviero Gobbi, nipote di Toni, è titolare e Amministratore Delegato. Oliviero Gobbi sarà presente in sala e si intratterrà con il pubblico al termine della proiezione.

La maggior parte degli appassionati di montagna e di alpinismo ha conosciuto Toni Gobbi e ricorda il suo nome per averlo incontrato sui libri di Walter Bonatti, soprattutto per la prima salita del Pilier d’Angle al Monte Bianco. Oppure per le sue settimane di scialpinismo che proponeva come Guida Alpina.

Ma Toni Gobbi é molto di più. E il film “La traccia di Toni” ce lo farà conoscere come uomo, alpinista e Guida Alpina di grande personalità.

Antonio Gobbi nasce a Pavia nel 1914, ma cresce a Vicenza dove la famiglia, appartenente all’alta borghesia, si sposta quando lui è ancora bambino. Il papà è un affermato avvocato, come da tradizione famigliare. Anche Toni, come viene chiamato da quando arriva in Veneto, si laurea in Giurisprudenza all’Università di Padova nel 1940. Già da giovane si appassiona all’alpinismo frequentando il gruppo vicentino della Giovane Montagna già dagli anni 30. Nel ’38 inizia il servizio militare alla Scuola Allievi Ufficiali di Bassano del Grappa, specialità Alpini. L’Europa si avvia ad un periodo molto burrascoso, scoppia la guerra con l’invasione della Polonia da parte della Germania e nell’aprile del ’40 Toni è assegnato alla Scuola Militare Alpina di Aosta, sottotenente istruttore di alpinismo. Poi anche l’Italia entra in guerra e lui in forza al Battaglione Monte Bianco. Le grandi montagne occidentali lo affascinano e in quegli anni conosce anche Romilda, la figlia dei gestori del Rifugio Pavillon sotto il Colle del Gigante. La funivia che sale al rifugio Torino ancora non esiste, e non c’è ancora neppure il traforo del Bianco che aprirà solo nel 1965.

Nel ’43 Toni e Romilda si sposano e lui decide di stabilirsi a Courmayeur. La passione per la montagna é grande e Toni decide di farne la sua professione, così in quello stesso ’43 diventa Portatore (gli attuali Aspiranti Guida), e nel ’46 consegue il brevetto da Guida Alpina, cui fanno seguito un paio di anni dopo il brevetto da Maestro di Sci e di Istruttore delle Guide. Nel contempo apre, nel ’48, un negozio di articoli sportivi per alpinisti e sciatori a Courmayeur che diverrà negli anni sempre più un punto di riferimento per gli alpinisti diretti al Monte Bianco.

Quella di Guida Alpina sarà la sua professione, ma nella sua attività alpinistica personale troviamo uno spirito di tipo accademico, nella ricerca del nuovo, e con importanti ascensioni invernali. Già da giovane in Dolomiti aveva compiuto una bella attività, compresa una via nuova sul Monte Pasubio facendo nel contempo delle puntate nelle Alpi Occidentali con salite del Cervino e Monte Rosa. Nel Bianco nel ’43 traccia una via nuova al Pic Gamba e una nuova variante alla Cresta des Hirondelles alle Grandes Jorasses, cresta di cui farà poi la prima salita invernale nel ’48. Un anno dopo realizza la prima invernale della cresta sud dell’Aiguille Noire de Peuterey e nel ’53 la prima invernale della via Major sulla parete della Brenva al Monte Bianco con Arturo Ottoz.

Dalla fine degli anni ‘40 fa la sua comparsa nell’ambiente del Monte Bianco Walter Bonatti. I due divengono amici, legati da una stima reciproca che li unirà per tutta la vita. Insieme realizzano nel ’57 la prima salita del maestoso Pilier d’Angle del Monte Bianco e nel ’58 sono insieme (Gobbi vicecapo spedizione) nella spedizione nazionale italiana al Gasherbrum IV capitanata da Riccardo Cassin. La vetta sarà raggiunta dalla cordata di punta, Bonatti e Mauri, ma l’apporto di Toni sarà determinante per la riuscita dell’impresa.

In precedenza, nel ’57, Toni aveva partecipato ad una spedizione (diretta da Guido Monzino e di cui faceva parte un gruppo di Guide del Cervino) nelle Ande Patagoniche con la prima salita assoluta del Paine Grande.

Ancora insieme a Bonatti fece parte della squadra che nel ’57 realizzò la prima traversata sciistica delle Alpi.

Proprio le traversate di scialpinismo divennero il punto di forza della sua attività professionale di guida, infatti a partire dall’inizio degli anni 50 ideò, con autentica visione imprenditoriale, le “Settimane nazionali sci alpinistiche di Alta Montagna” con tanto di catalogo, un gran lavoro di organizzazione, inaugurando una iniziativa che riscosse negli anni un grande successo.

Toni individuerà tutta una serie di percorsi di durata settimanale lungo l’intero arco alpino e anche fuori di esso (Caucaso con la salita dell’Elbrus nel ‘66 e Groenlandia nel ’67 e ‘69) e su di essi accompagnerà gruppi di clienti per un ventennio, fino al giorno della sua scomparsa, nel 1970, per un incidente di montagna al Sasso Piatto in Dolomiti. Pochi giorni dopo avrebbe dovuto partire con un gruppo di clienti per il Damavend in Iran.

Toni è stato un grande innovatore, Enrico Camanni, Accademico del CAI, giornalista, scrittore e storico dell’alpinismo dice: “Toni Gobbi ha rinnovato totalmente il mestiere di Guida Alpina, ha portato una cultura che non era quella del montanaro, ma era quella di uno nato a Pavia, cresciuto a Vicenza, che ha studiato all’università, che aveva visto tante realtà e tanti ambienti diversi.” E per questo divenne un punto di riferimento per i suoi colleghi in valle e per l’intera categoria.

Toni Gobbi fu ammesso a far parte del GHM, il Groupe Haute Montagne francese, corrispondente al Club Alpino Accademico Italiano, e analogamente in Inghilterra dell’Alpine Club. In Italia fu dapprima presidente del Comitato Guide Valdostane e poi presidente nazionale delle Guide Alpine e a livello internazionale fu anche uno degli ideatori dell’UIAGM l’Union International des Associations de Guides de Montagnes la federazione che raggruppa le varie associazioni nazionali di guide alpine, con reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali e collaborazione internazionale.